L’albero delle parole

albero-di-natale-2016jovineL’Istituto Comprensivo “Francesco Jovine” di Campobasso, ha partecipato all’iniziativa “Il Villaggio di Natale”, promossa dall’associazione culturale “Il villaggio della cultura”, con l’allestimento in piazza Musenga de “L’albero delle parole”. Un albero di Natale realizzato con cassette di legno, riciclate presso i negozi di ortofrutta della città e opportunamente ripulite, verniciate e assemblate tra loro in modo da dare forma al simbolo dell’albero natalizio.

All’interno, le cassette ospitano i messaggi d’amore, i disegni, le emozioni dei bambini. Le stesse emozioni su cui punta con una precisa missione il Ptof dell’Istituto e alle quali i bambini si sono riavvicinati attraverso un percorso educativo-didattico che li vede protagonisti, giorno dopo giorno, di un altro recupero, questa volta meno concreto eppure necessario: il recupero delle parole.

Le parole della cortesia, del saluto, dei buoni sentimenti e delle emozioni, le parole dei sogni, quelle di cui, spesso, si ha l’impressione si siano persi i suoni, in un contesto di vita associata in cui i sintomi contano molto più delle visioni. Nell’albero fatto di cassette trovano spazio, per questo, anche le parole non parole della comunicazione alternativa, fatta puramente di immagini e così preziosa e vitale non solo per chi è affetto da autismo ma anche per  chi, pur non essendo autistico, soffre di un altro mutismo: dell’anima, o della coscienza.

Un albero di parole, dunque, loquaci ed eloquenti, che non dimentica il linguaggio “Braille”, affinché, con i segni, il messaggio augurale arrivi anche al non vedente.

Ad illuminare il cammino delle parole, una candela. Posta in cima all’albero, a fare da faro che guida sul sentiero dei buoni presupposti.

Infine, dato che un albero non è di Natale se non ha i suoi festoni, in quello emozionale dell’Istituto Jovine, tante manine si sono strette le une alle altre per comporre decori e ghirlande. Catene di manine tutte uguali a rappresentare la forza e l’amicizia.

Le stesse mani che ci aiutano a comunicare nei vari linguaggi, a superare le differenze e che tengono unito il mondo. (Sabrina Rauso)